"Spesso, nell'ora del giorno in cui l'erba della savana si vena d'argento, e pallido oro orla i profili delle colline..."
Così inizia "Sognavo l'Africa" di Kuki Gallmann: la vera e purtroppo triste storia della scrittrice italiana Kuki che, reduce da un bruttissimo incidente conosce Paolo e con il quale decide di rifarsi una vita. In seguito, con lui e il figlio Emanuele, avuto dal precedente matrimonio, decidono di trasferirsi in un ranch in Kenya. Nel corso degli anni, Kuki perde il suo nuovo compagno, in un incidente stradale, mentre portava la culla per la bimba che doveva nascere. Qualche anno dopo perse anche il figlio 17enne, Emanuele, avvelenato dal morso di una vipera. Non vi racconto come finisce questo libro che ho ritrovato da poco, impolverato, in fondo alla libreria. Non avevo mai avuto il tempo di leggerlo, ed ora, ritornata da questo favoloso viaggio in Kenya ho potuto apprezzare i paesaggi descritti e il grande coraggio di questa donna. Da questo libro hanno tratto anche un film, interpretato da Kim Basinger. Qualcuno di voi l'ha visto? Io me lo sono perso! Kuki Gallmann oltre ad avere pubblicato tantissimi libri di successo a sfondo africano ha fondato, in memoria di suo marito Paolo e del figlio Emanuele, un'organizzazione che si occupa della salvaguardia dell'ambiente: Gallmann Memorial Foundation. Dateci un occhio!
Vi confesso che in questo ultimo periodo mi sono data ad altre letture di libri che parlano di storie africane. In biblioteca sono riuscita a trovare il libro della Blixen "La mia Africa". Sicuramente, qui avrete visto il film, se non letto anche il libro! E poi ho iniziato "Verdi colline d'Africa" di Hemingway. Questo lo leggo con fatica, non perché non mi piaccia il grandissimo scrittore, ma perché il libro narra del safari fatto con la moglie, un safari un po' troppo ricco di emozioni che riguardano la caccia grossa di leoni e kudu. Il nostro safari è stato un tranquillo viaggio alla ricerca del BIG FIVE, ovvero: leone, elefante, bufalo, leopardo e rinoceronte nero. Siamo riusciti a vedere e fotografare tutti questi animali, eccetto il rinoceronte... sarà un'ottima scusa per ritornare in terra africana!
Questo viaggio (che in swahili si dice safari) è stato davvero ricco di emozioni.
Difficile non ricorrere a superlativi per descrivere il Kenya! Abbiamo provato una sensazione unica di profonda intimità con la natura, abbiamo camminato su spiagge bianchissime bordate di palme, percorso savane e foreste, ammirato dal basso le cime più alte come il Kilimanjaro e ci siamo sentiti davvero piccini.

Di grande effetto i colori dei kikoi stesi al sole, sono i sarong africani. Decorati con disegni e tinte vivaci. Solitamente vengono venduti al paio, uno serve per vestirsi, l'altro per legare il bambino sulla schiena; ma per i turisti facevano un'eccezione vendendo i kikoi singoli.

Il lodge all'interno del parco nazionale dello Tsavo Est era confortevole e semplice. La nostra veranda aveva un panorama da togliere il fiato: tutto questo vasto spazio aperto dava un senso di grande libertà. In lontananza si sentivano i lamenti delle iene e, elefanti, zebre, e bufali venivano ad abbeverarsi direttamente nella pozza d'acqua davanti al lodge.

Il nuovo giorno inziava molto presto, si partiva prima dell'alba: era quello il momento in cui i leoni andavano alla ricerca del loro pasto.
Già di primo mattino, la savana era punteggiata di branchi d'animali selvaggi, si sentiva il profumo di polvere e foresta, ok alle volte anche di sterco e animale putrefatto... ma tutto faceva parte di questo grande palcoscenico. Si rientrava per la colazione delle 9 e poi ancora fuori all'avventura. Chi ci accompagnava era Shariff, un uomo che ama il suo paese e che ci ha fatto innamorare di questi luoghi. Lui, la sua esperienza, l'amore per gli animali e la passione del suo lavoro. Non è stato neppure tanto difficile vedere il re in assoluto di questi luoghi. Conosceva esattamente le abitudini degli animali e ogni volta ci interrogava per vedere se avevamo imparato qualcosa! I bimbi si sono divertiti un mondo!
Alla sera eravamo sfiniti e sporchi di terra ovunque, il vento impolverato ci seccava e annodava i capelli, molto probabilmente eravamo in uno stato pietoso, ma a noi non interessava! Verso l'ora del tramonto, Shariff spegneva il motore della jeep ed in silenzio ammiravamo questo spettacolo.

Avvistare un leopardo non è cosa semplice. Loro se ne stanno abbarbicati sui rami bassi tutto il giorno. Ci sforzavamo di vedere una coda penzolante, ma niente! E invece... Ci siamo ritrovati un leopardo a pochi metri, tra l'erba secca, in un momento in cui avevamo la jeep ferma per permetterci di osservare meglio in lontananza. Noi guardavamo lontano lontano e invece lui era proprio lì davanti alla nostra jeep perfettamente mimetizzato! Neanche il tempo di mettere a fuoco con la fotocamera che salta via lasciandoci tutti sorpresi. Scatto felino! Il mio scatto fotografico invece, è stato pessimo!
Ai margini delle zone boschive e della savana vivono le giraffe. Ne abbiamo viste moltissime di diverse specie con mantelli a disegni più o meno regolari. Quella nella foto, a sinistra è una giraffa maasai, l'altra la comune giraffa reticolata.





E qui una piccola lezione su come effettuare un po' di peeling! La madre dava una dimostrazione pratica e il piccolo ripeteva alla perfezione tutti i movimenti!
















Siamo rimasti affascinati dalle loro danze, dai salti alti che facevano tenendo le braccia strette contro il corpo e i suoni dei sonagli e delle corna di antilope che accompagnavano i canti ritmici.
Non mi è molto chiaro il ruolo della donna maasai. Avevo letto in qualche guida che sono rispettate e temute in quanto madri di tutti gli uomini e che però non hanno diritto di parola. Quasi un controsenso...
Alle volte, facevamo tappa per il controllo della jeep. Cambio olio, carburante, controllo ruote e lavaggio.



Al parco nazionale Tsavo Ovest abbiamo avuto un grande incontro! Anzi più di uno!! Era quasi ora di rientrare, mancava poco al tramonto, ormai eravamo rassegnati all'idea di non riuscire a vedere "lui", il re! Stavamo percorrendo una strada sterrata quando all'improvviso ci imbattiamo in un giovane leone. Lui taglia verso le siepi, noi facciamo retromarcia e riusciamo ad incrociarlo ancora una volta. Lui si siede in un'area priva di vegetazione, quasi da mettersi in posa solo esclusivamente per i nostri occhi e noi con 4 teste fuori dalla jeep, immobili, in silenzio.


Tanti bagni nell'Oceano Indiano. Molto spesso era impossibile entrare diretti in acqua senza scambiare qualche parola con i beach boys.
Jambo! Jambo rafiki! Wakaribishwa (Ciao amico! Benvenuto!)
Jambo! (Ciao!)
Habari gani? (Come va?)
Mzuri Sana. Hakuna Matata (bene, grazie! Non c'è nessun problema)
Il dialogo, a dire il vero iniziava quasi sempre in swahili, poi proseguiva in inglese o addirittura in italiano. Alle volte, camminando per la spiaggia, capitava di incontrare i ragazzi che, con un vocabolario in mano studiavano italiano o francese.
Alle volte invece, cercavano di offrirci un safari a prezzo imbattibile oppure la vendita di piccoli oggetti personalizzati, in legno oltre che le solite collane e chincaglierie varie. Alle volte avevano solo voglia di chiacchierare e imparare la nostra lingua.
Poi...
...Abbiamo osservato un nomade di natura per eccellenza: un enorme paguro! Sarà stato grande sui 20 cm.


Ci siamo dedicati alla scoperta del territorio e delle popolazioni locali.


Difficilmente qualcuno vi andrebbe, se non ospitasse, al largo della costa, il bellissimo parco marino. Ci siamo imbarcati su una barca a vela; la traversata non è stata delle migliori, oltretutto il tempo non era un granché e il nostro stomaco chiedeva pietà.

Risaliti in barca, in direzione verso l'isola, con grande sorpresa , abbiamo avvistato un gruppo di delfini ed una balena.

Sbarcati sull'isola, abbiamo attraversato il villaggio dei pescatori. La loro vita è molto semplice.



HAKUNA MATATA! ovvero senza problemi... Vivi senza farti problemi divertendoti!
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